Dicono
che abbia deciso dopo aver visto, in camera sua, il dvd del film di
Nanni Moretti, “Habemus Papam”. Dicono che Monti voleva fargli
pagare l'IMU su San Pietro. Dicono che Berlusconi insisteva per
prenderne il posto. Dicono che sia malato, molto malato, e vecchio, e
stanco, stanchissimo. Dicono e diranno di tutto, e forse il segreto
per un gesto così clamoroso, non c'è. Forse Benedetto XVI è solo
nauseato, davvero schifato di un mondo che è il suo, l'unico che
conosce. Forse semplicemente non ne può più, perfino lui, e ha
rinunciato a scaldare pateticamente un trono. Forse vuole solo morire
in pace, e senza più troppi rimorsi, dopo l'annus horribilis che
l'ha consumato, dopo il tracimare degli scandali (le schegge del
Monte Paschi stanno raggiungendo anche il Vaticano), dopo l'alluvione
pedofila, dopo la conferma di una calcificazione che, nel Clero,
rende impossibile anche solo pensare a un'apertura, una
riconsiderazione di qualsiasi problema imposto dalla modernità che
lascia crudelmente indietro una Chiesa sclerotica, traballante,
disorientata e però ricca, rabbiosa, lacerata in clan, feroce. Ma
sì. Possiamo benissimo credere al congedo di uno che ha speso la
vita per diventare papa, accorgendosi infine che non ne valeva la
pena, che faceva schifo. Che non c'è speranza. Ratzinger non vuole
morire come Wojtyla, tragico martire e carnefice di se stesso, non
crede di essere lui la Chiesa, non pensa che non ci sia altro che lui
per tenerla in piedi. O almeno non lo pensa più. Il suo grande
rifiuto, unico nella Storia del papato, non è come quello di
Celestino V, non è paura: è sfinimento, è disillusione. È
mancanza di fede negli uomini. È realismo. È
resa di fronte a un mondo troppo distante, dentro e fuori le mura di
San Pietro. È disinteresse per
tutto. Fortuna che, per annunciare il suo soave vaffanculo, non ha
scelto Twitter (dove lo insultano senza pace). Ha scelto il filo di
voce che ancora gli resta, in quella lingua latina che nessuno capisce più,
ma, che per una volta, ha inteso il mondo intero.
il più grande gesto punk della storia.
RispondiEliminamassima deferenza.